Quello che tutti dovremmo sapere per un consumo consapevole

Un libro che indaga la filiera di alcuni prodotti agricoli ad alto rischio, dalle arance ai pomodori, all’uva.

Andando a ritroso dal supermarket ai centri di distribuzione, fino alle serre e ai campi, scopriamo che la brutalità del caporalato e la ‘modernità’ della globalizzazione convivono senza scontrarsi.

E che l’economia globale porta i contadini di Rosarno a competere con quelli brasiliani; i pugliesi con i cinesi; i piemontesi con gli spagnoli.

 

 «[Un mercato autoregolato non può] esistere per un qualunque
periodo di tempo senza annullare la sostanza naturale e sociale della società;
[il mercato] avrebbe distrutto l’uomo fisicamente e avrebbe trasformato
il suo ambiente in un deserto»
Karl Polanyi, La grande trasformazione«Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato»
Marco 2,27

Al supermercato siamo contenti di trovare passate di pomodoro e arance ‘sottocosto’. Spesso le compriamo, soddisfatti del risparmio. Poi capita di indignarci leggendo certe notizie spaventose sui lavoratori delle campagne. C’è un filo comune che lega quelle notizie ai nostri comportamenti d’acquisto.

Questo libro indaga la filiera di alcuni prodotti agricoli ad alto rischio, dalle arance ai pomodori, all’uva. Andando a ritroso dal supermarket ai centri di distribuzione, fino alle serre e ai campi, scopriamo che la brutalità del caporalato e la ‘modernità’ della globalizzazione convivono senza scontrarsi. E che l’economia globale porta i contadini di Rosarno a competere con quelli brasiliani; i pugliesi con i cinesi; i piemontesi con gli spagnoli.

I ghetti sono la parte visibile del problema. Le cause vanno cercate in una filiera dominata dagli intermediari e sovrastata da oligopoli capaci di imporre i prezzi, a ogni costo. Antonello Mangano ci accompagna in un lungo viaggio dagli agrumeti di Rosarno alle industrie di succo d’arancia tra Messina e Catania, dai supermercati del milanese ai campi di pomodori di Foggia e Ragusa, fino alle centrali logistiche padane. Infine, scopriremo i frutteti di Saluzzo e i vigneti del Chianti, perché lo sfruttamento si annida persino nelle aree più ricche.

Il libro si chiude con una domanda cruciale: se non voglio essere ‘complice’ di un sistema ingiusto, come devo comportarmi? Le alternative sono numerose.

Link: Intervista ad Antonello Mangano

Fonte: Terrelibere