Per non dimenticare! Il 27 gennaio del 1945 si aprirono i cancelli di Auschwitz e il piu’ grande campo di sterminio nazista venne liberato. L’esercito sovietico quel giorno mise fine all’orrore perpetrato per lunghi anni dai tedeschi nei confronti del popolo ebraico e dei deportati anche italiani nei campi di concentramento in attesa della morte. La celebrazione della Shoah (sterminio del popolo ebraico) istituita con legge 211 del 20 luglio 2000, per ricordare le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, di uomini, anziani, donne e bambini che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati (art.1), avviene ogni 27 gennaio di ogni anno , con la organizzazione di iniziative, conferenze, incontri e momenti di riflessione nelle Università, nelle scuole nelle sedi istituzionali, nei centri culturali, per spiegare una pagina di storia insanguinata dalla crudeltà e violenza nazista soprattutto alle nuove generazioni, con la rievocazione di quel truce ed oscuro periodo anche da parte degli ormai pochi sopravvissuti all’Olocausto.
Il 21 gennaio 2016 la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio ha ospitato la tavola rotonda "Antisemitismo, paura del diverso, incitamento all'odio: ieri e oggi". L'evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, della comunità ebraica e una delegazione di circa 70 studenti del “Convitto nazionale Vittorio Emanuele II” e del “Liceo ginnasio Virgilio” di Roma, accompagnate dai loro professori.
La liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il piu’ grande luogo di terrore e morte che i nazisti costruirono nel corso della seconda Guerra Mondiale, fu la rivelazione al mondo di un genocidio senza precedenti. L’esercito sovietico il 27 gennaio 1945 mise allo scoperto una macchina di morte inimmaginabile, messa in piedi dalla fredda efferatezza omicida dei tedeschi. Per non dimenticare e portare sempre nella memoria le vittime del programmato e lucido progetto di morte del terzo Reich.
Far conoscere ai giovani le sofferenze e il sangue che la follia e l’odio razziale di Adolfh Hiltler sparsero in Europa durante la seconda Guerra Mondiale, perché il ricordo di quelle vittime venga tramandato all’infinito e che l’orrore dell’Olocausto non si ripeta mai piu’.

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