p>Le reazioni di Pieve di Soligo agli attacchi contro la sede del Presidio di Libera e dell'Associazione Democrazia

PIEVE DI SOLIGO - L'Associazione Culturale Fronte Veneto Skinhead ha rivendicato il gesto compiuto, nella notte del 24 novembre scorso, contro la sede del Presidio di Libera Peppino Impastato e dell'Associazione Democrazia di Pieve di Soligo. Affisse alla porta due epigrafi con scritto "Ius Soli e immigrazione avete ucciso la nazione"; per terra, la sagoma di un cadavere con i colori della bandiera italiana. Immediatamente avvisati, i responsabili delle associazioni Grazia Martelli e Gianmaria Stella hanno presentato segnalazione ai Carabinieri. Ancora non è scattata la denuncia ma, afferma Martelli "l'istigazione all'odio razziale è un reato procedibile d'ufficio". Negli stessi giorni, in diverse città del Nord Italia (tra le altre, Oderzo, Padova, Trento, Brescia, Reggio­Emilia) con identiche modalità sono state colpite altre realtà colpevoli, secondo gli Skhineads, del “annientamento dell'identità italiana” e “di un'invasione pianificata di orde di immigrati extraeuropei”.

Immigrazione e accoglienza
Al centro degli attacchi diversi centri Caritas e alcune sedi locali del Partito Democratico. Secondo Daniele Ceschin (PD), a Oderzo l'atto contro la sede del suo partito è legato alla “volontà del prefetto di utilizzare una caserma per la prima accoglienza dei profughi”. Perché attaccare, allora, l'Associazione Democrazia e il Presidio di Libera? A rispondere è Gianni Lorenzetto, tra i fondatori dei gruppi pievigini: “dopo gli attentati di Parigi abbiamo appeso alla nostra bacheca il manifesto di Libera Nazionale contro la guerra, il quale criticava gli atteggiamenti islamofobi e xenofobi: hanno voluto colpirci per questo”. A Pieve le due associazioni portano avanti diverse attività, tra cui “l'orto sociale, una concreta esperienza di integrazione” a cui colloborano molte famiglie del paese, italiane e non.

Sicurezza e libertà d'espressione
Mai come negli ultimi mesi a Pieve di Soligo si è parlato di sicurezza, spesso in toni emergenzialisti. A seguito dei frequenti furti nelle case del comune, l'ex portavoce del gruppo di opposizione, oggi consigliere regionale Alberto Villanova ha creato la pagina facebook Sorvegliamo Pieve h24 dove segnalare mutualmente "furti, tetativi di scasso, falsi operatori, tentativi di truffa". Per questo, proprio a Villanova abbiamo chiesto se la sicurezza dei cittadini non consiste (oltre che nell'incolumità fisica e del patrimonio) nella libertà di esprimere le proprie convinzioni senza essere minacciati e intimiditi. "Assolutamente sì ­ - risponde Villanova ­ - la libertà di espressione è un diritto fondamentale". Tuttavia il consigliere non considera quelle degli Skinheads delle "minacce fondate", ritenendoli soltanto dei "provocatori", "un gruppo senza alcun peso politico alla ricerca di visibilità mediatica". Dopo gli eventi di Pieve, Villanova non ritiene che "ci siano problemi per la sicurezza pubblica e per la possibilità di espressione politica".

Reazioni e ricadute politiche
Espressione politica che, in queste settimane, è stata quantomai latente. Quando chiediamo a Grazia Martelli se ha ricevuto messaggi di supporto, risponde: “solo il Sindaco Soldan, Daniele Ceschin e l'associazione Fare Rete hanno espresso pubblicamente la loro solidarietà”. Interrogati in tal senso, sia Alberto Villanova, sia Valentina Dorigo (consigliere di opposizione nella Lega Nord di Pieve), ritengono che il gesto degli Skinhead sia “una buffonata”. Secondo Villanova “non bisogna dargli troppo peso. La solidarietà va al di là di ogni opinione politica, ma credo che debba essere espressa in situazioni ben più gravi. Per quanto non approvi l'atto in questione ­ - conclude ­ - esso non ha creato situazioni di pericolo per nessuno, né sono stati compiuti atti vandalici”.
Anche Dorigo, pur non accettando la modalità impiegata dagli Skinheads, sostiene che infondo non ci sono stati danni gravi a persone e a cose. Differente l'opinione di Daniele Ceschin (PD), secondo cui l'azione degli Skinheads "ha un valore politico importante: si tratta di un attacco mirato, non di una ragazzata".

Ricadute sociali
Come rispondono invece gli attori sociali alla provocazione del “Fronte Veneto Skinhead”? Angelo Cremasco, responsabile della Caritas per il Quartier del Piave, afferma che “non ci siamo mai incontrati né scontrati con queste realtà. Troviamo difficoltà con alcuni leghisti per le posizioni che questi prendono rispetto ai migranti. A parte l'amarezza e la delusione per alcune posizioni che non remano certo a favore dell'accoglienza e dell'inclusione e che riteniamo umanamente non accettabili, noi andiamo avanti per la nostra strada”. “Incontriamo persone che vivono un disagio, sociale, economico, famigliare - continua Cremasco ­- incontriamo i loro volti, e facciamo per loro quello che faremo per un figlio, un amico”.
Più che una vera e propria conclusione, le parole di Cremasco risuonano come un invito. Un invito letto tante volte alla fine dei pezzi scritti da Vittorio Arrigoni sotto i bombardamenti contro la striscia di Gaza. Un invito che risuona così: restiamo umani.
Marta Panighel
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